Qualunque sia il tuo livello di prestazione nello sport che hai scelto, ci saranno sempre elementi del tuo gioco (fisici e mentali, sul campo e fuori dal campo) che potrai migliorare. Per un atleta emergente, potrebbe trattarsi di come gestire l’ansia da prestazione durante una gara; per un campione del mondo, di come rimanere in vetta e difendere il titolo da altri “aspiranti” contendenti; per un atleta che sta pensando di ritirarsi, di quando e come ritirarsi; e, per un atleta di alto profilo, di come gestire la pressione dei media e l’attenzione del pubblico.
Il problema è decidere cosa si vuole cambiare. Mi rendo conto che “problema” può essere una parola carica di significato e può portare con sé l’implicazione di una difficoltà o di una disfunzione. In questo caso uso “problema” in un contesto neutrale. In genere, c’è più di una cosa che si vuole cambiare e che si vuole sviluppare. Il mio primo consiglio è di cercare di limitare il numero di problemi su cui ci si concentra contemporaneamente. È possibile accorciare l’elenco dando priorità ai problemi più importanti, ossia quelli che hanno il maggiore impatto sulla prestazione.
Nel descrivere il problema, chiediti quanto segue: quali cambiamenti avrebbero il maggior impatto sulla mia prestazione? Qual è la cosa più importante che devo cambiare? Che cosa mi sta trattenendo? Se avessi il potere di cambiare tre cose, cosa cambierei? Come classificherei questi problemi in ordine di importanza?
A volte il problema può non essere immediatamente evidente. In questo caso puoi chiedere un feedback a fonti fidate e affidabili, come il tuo coach, lo staff di supporto, i compagni di squadra, che ti daranno una prospettiva alternativa sul problema.
Scaling
Uno semplice strumento che a volte utilizzo è lo scaling, che ha il duplice scopo di chiarire il problema e identificare gli obiettivi. Questo strumento non ha un alto livello di rigore scientifico, ma è molto utile nella pratica.
Chiedo agli atleti di valutare sé stessi su una scala da 1 a 10, dove 1 rappresenta la minima realizzazione del loro obiettivo e 10 la completa realizzazione del loro obiettivo.
INSERISCI SCALA INTERATTIVA DA 1 A 10
Chiedo anche di descrivere come sarebbe raggiungere lo stato ideale di 10 sulla scala: come ci si sente, quali pensieri si possono avere, come ci si comporta e come gli altri rispondono ai miei comportamenti.
In questo modo, creano un’immagine vivida dello stato ideale.
Dopo aver fatto questo, valutiamo la loro posizione in questo momento: questo punteggio è la loro linea di base, un utile riferimento rispetto al quale possiamo valutare i progressi. Dopo aver completato l’autovalutazione, chiedo loro di pensare a cosa potrebbe tenerli bloccati in questo momento. Le risposte date forniscono un’utile visione dei problemi.
Per identificare lo stato dell’obiettivo (dove vorrebbero essere sulla scala, a breve termine) chiedo agli atleti di assegnare un numero da 1 a 10.
Poi chiedo loro di descrivere lo stato dell’obiettivo.
In questo modo possono riconoscere quando si avvicinano o raggiungono l’obiettivo. La semplice anticipazione dello stato di un obiettivo può essere un potente motivatore per raggiungere gli obiettivi prefissati.