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LAVORO DI GRUPPO E PERSONALITÀ

Il team work è una metodologia di lavoro comune a diversi aspetti della vita. Dai contesti educativi a quelli lavorativi, i benefici del team work sono stati particolarmente studiati nel campo della psicologia del lavoro.

Uno dei maggiori vantaggi del lavoro di gruppo è la capacità di stimolare la creatività, il problem-solving e l’innovazione. ​​Quando diverse menti si uniscono per risolvere problemi o sviluppare nuove idee, si creano sinergie che portano a soluzioni più creative e innovative. Le discussioni e le condivisioni di punti di vista diversi possono portare a soluzioni più complete e fuori dagli schemi.

Il team work, se ben organizzato, inoltre, può aumentare la produttività in modo significativo. Quando i membri del team collaborano efficacemente, possono condividere il carico di lavoro, le competenze e le risorse. Questo riduce la possibilità di sovraccarico di lavoro e consente di completare progetti complessi più rapidamente ed efficientemente.

I team di lavoro offrono un ambiente in cui le conoscenze e le competenze individuali possono essere condivise e sviluppate. Ogni membro del team porta con sé un insieme unico di esperienze ed expertise. La collaborazione consente loro di apprendere gli uni dagli altri, acquisendo nuove abilità e conoscenze. Questa condivisione può contribuire a migliorare le capacità complessive dell’organizzazione aziendale.

Il lavoro di gruppo permette lo sviluppo delle competenze trasversali o soft skills. Richiede, infatti, una comunicazione efficace e lo sviluppo delle abilità sociali. I membri del team devono imparare a comunicare chiaramente, ascoltare attentamente, gestire i conflitti e lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi comuni.

Secondo le teorie dei tratti di personalità, più in particolare secondo il modello biologico di Eysenck (1967; 1991), i tratti che distinguono un individuo hanno una forte matrice genetica e vengono successivamente modellati dal contesto, accentuandosi o attenuandosi, dopo essere stati in contatto con diversi ambienti e circostanze sociali (ad esempio durante l’infanzia). Le differenze individuali sarebbero appunto il risultato fra una macro-componente, la genetica e una micro-componente, le influenze ambientali. Uno dei fattori che identificano la personalità è il binomio estroversione-introversione.

Gli individui funzionano in modo ottimale quando c’è un equilibrio neurale negli stati di arousal, sistema controllato dall’ARAS (acronimo per “ascending reticular activating system” – sistema di attivazione reticolare ascendente), che si trova nel tronco encefalico. Gli estroversi possiedono naturalmente bassi livelli di eccitazione corticale, motivo per cui hanno la necessità di cercare stimoli nell’ambiente circostante. Al contrario, gli introversi interagiscono di meno con l’ambiente a conseguenza dei loro livelli base di eccitazione corticale più elevati. Ciò significa che per loro l’ottimizzazione dell’eccitazione corticale richiede pochi stimoli.

Le persone estroverse presentano caratteristiche più marcate di socievolezza, vitalità, ed ottimismo. Lavorare insieme ad altri colleghi offre loro una possibilità di socializzazione e confronto, risultando quindi un’opportunità adeguata per performare in modo ottimale in contesti di gruppo, in quanto il contesto di socializzazione aumenta la loro stimolazione.

Tuttavia, non tutti si sentono a proprio agio quando lavorano insieme ad altre persone. Gli introversi tendono a essere silenziosi, riflessivi, seri e organizzati. In genere evitano di interagire con l’ambiente esterno come conseguenza dei loro livelli di base più elevati di eccitazione corticale, come spiegato nel modello biologico della personalità di Eysenck (1967), e per questo motivo preferiscono lavorare da soli.

Per questa ragione, non conoscere l’etica lavorativa di qualcuno o, peggio, sapere che qualcuno ha la reputazione di essere poco professionale, può causare ansia, in quanto si potrebbe pensare che le proprie prestazioni potrebbero essere viziate dalla mancanza di impegno da parte dei colleghi. Conseguentemente, un introverso sarebbe portato a sentirsi in dovere di prendersi carico anche del lavoro altrui, rischiando così di sviluppare sintomi tipici del burn-out.

In conclusione, il lavoro di gruppo in un ambiente lavorativo offre una serie di benefici significativi, tra cui la stimolazione della creatività, l’incremento della produttività e della motivazione, la condivisione delle conoscenze ed il miglioramento delle abilità sociali. Nonostante ciò, essere consapevoli del modo in cui ciascun membro di un team preferisca lavorare permette alle organizzazioni di sfruttare appieno queste conoscenze per raggiungere livelli di successo più elevati e adattarsi meglio ad un mondo in continua evoluzione.

 

A cura della Dott.ssa Veronica Mattarozzi

Dott. Alessandro Bargnani | CEO Health & Human Performance Institute

 

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA

Campbell, J. B., & Hawley, C. W. (1982). Study habits and Eysenck’s theory of extraversion-introversion. Journal of Research in Personality, 16(2), 139-146.

Costa, A. C. (2003). Work team trust and effectiveness. Personnel review, 32(5), 605-622.

Eysenck, H. J. (1967). The biological basis of personality. Springfield: Thomas.

Eysenck, H. J. (1991). Dimensions of personality: 16, 5 or 3?—Criteria for a taxonomic paradigm. Personality and individual differences, 12(8), 773-790.

Festinger, L. (1954). A theory of social comparison processes. Human relations, 7(2), 117-140.

Sherif, M. (1966). In common predicament. Boston: Houghton Mifflin.